Tre racconti by Tommaso Landolfi

Tre racconti by Tommaso Landolfi

autore:Tommaso Landolfi [Landolfi, Tommaso]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2024-01-15T23:00:00+00:00


4

Qualcuno disse:

«Cari amici, la compagnia è bella, ma son le cinque: tra poco saremo sorpresi dall’alba brumosa, accidiosa e lotolenta. Che orrore».

«Lutulenta, dice il poeta».

«Fa lo stesso. Ad ogni modo è ora di concludere questo bel trattenimento. O se no che dovremmo fare? Con tante chiacchiere non lo abbiamo acclarato; sicché fingiamo che tutto sia andato per il suo verso, lasciamo la Gisa imbacuccata, rivestiamoci e andiamocene anche noi per il nostro verso, cioè a letto come Dio comanda».

«No, no!» esclamò la fanciulla.

«Troppo facile» fece eco il primo e impenitente letterato; ma nessuno gli dette retta.

«Come no: non è quello che vuoi?» riprese l’altro volto alla fanciulla.

«Io, io...» cominciava quella.

«In verità, Gisa,» interloquì la padrona di casa «tu vedi che imbarazzo e che guerra hai provocato: non sarebbe più semplice spogliarsi e farla finita? Lasceresti tutti contenti e soddisfatti, ci eviteresti il disagio dell’ordine o della convenzione infranti, eccetera. Tanto ti costa?».

«Si vede che le costa» mormorò la solita buona amica.

«Non mi spoglio,» rispose Gisa con un gesto di stizza infantile «e non ho altro da aggiungere; per cui procediamo secondo i patti».

«Ma cosa patti, ma cosa ti viene in mente! Se non ti spogli, vorrà dire che non ti spoglierai e che rinunceremo a vederti nuda, ecco tutto. Non c’è altra soluzione possibile: è quasi l’alba, santo Dio, e all’alba i fumi si disperdono; la squallida ragione, non fosse che per lo spazio d’un mattino, riprende il sopravvento».

«Neppur questo va bene, ti dico» si ostinò Gisa con una sorta di rabbia; il suo labbro inferiore era proteso e pronto a ripiegarsi come, daccapo, quello dei bambini crucciati.

«Oh benedetta, ma delle due l’una».

«Come delle due l’una! Era, è stata stabilita un’alternativa; ed io l’ho invocata, ed è mio... mio...».

«Ma sì, suo diritto,» completò il letterato, levando la voce per dominare il vario brusio «suo diritto che l’alternativa sia in qualche modo, intendiamoci dico in qualche modo, menata ad effetto».

«Chissà mai cosa significa “in qualche modo”!» disse il pittore grasso.

«In qualche modo significa in qualche modo» squittì l’altro. «Io non sono assetato di sangue, come forse mi fate l’onore di credere, ma neppure sono il Barbanera di Foligno: che ne so io, in che modo? Ma pensaci piuttosto un momento, mio caro ed eterno oppositore: supponi che lei...».

«E rieccoci alle supposizioni» disse il secondo letterato.

«Ebbene sì: supponete che lei abbia in alcuna parte del suo incantevole corpo una verruca ripugnante, una mostruosa voglia, o che».

«Lo avevo ben detto, io» risussurrò la buona amica.

«E allora?» chiese il secondo. «Questo spiegherebbe infatti perché lei non voglia spogliarsi, ma non spiegherebbe punto perché non voglia non spogliarsi, ossia perché non accetti la soluzione del restare in buona pace vestita e dell’andarcene tutti a letto».

«Sta’ buono e aspetta» replicò il primo raggrinzando gli occhi con evidente fastidio. «Dunque lei ha la verruca...».

«Ehi, per ipotesi».

«Per ipotesi, sia pure; e di conseguenza non vuole spogliarsi. Ma questa verruca chi la paga, chi la... chi la riscatta?».

«Ma che diavolo ci racconti?» esclamò l’interlocutore dopo un istante di perplessità. «Che significa?».



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